Gianluca Carpanzano ha scelto gli Herons Montecatini, un top player alla corte di Barsotti da inserire in una squadra prima in classifica che ne ha vinte 12 su 13, ma un’opportunità del genere non poteva essere lasciata sfuggire. Il suo inserimento non sarà un problema. Il play/guardia viene da un infortunio che lo ha tenuto diversi mesi fuori dal parquet, in molti avevano messo gli occhi su di lui.
“Vivo il gioco in maniera romantica, ho trovato in questa società lo stesso mio modo di vedere la pallacanestro, quindi non ho avuto dubbi quando ho capito com’era il progetto di questo nuovo club. Sarà una tappa molto importante del mio percorso personale. Non vedo l’ora di scendere in campo”.
Il presidente Luchi ed il ds Stilli lo hanno corteggiato, riuscendo nell’impresa di farlo firmare malgrado venisse da 7 anni di Serie B d’alto livello. “Ho avuto anche altre proposte che ho declinato perché non rispecchiavano il mio modo di vedere la pallacanestro – aggiunge il numero 5 degli Aironi -, ho bisogno di un ambiente che la vive come la concepisco io. Non ho avuto dubbi visto il progetto degli Herons, lo ritengo il posto giusto per me, pur rinunciando volontariamente alla Serie B”.
Ci vorrà un po’ per vederlo sui suoi standard abituali ma già conosce la squadra. Scendere in C Gold non lo turba. “Il livello è alto, tanti elementi abituati alla B, mi aspetto che sia simile al basket che si gioca al piano di sopra. La mentalità conta più del nome della categoria, è un discorso relativo”.
La sua nuova casa quindi è il Palaterme. “Qui ho uno dei più bei ricordi della mia carriera ottenendo tre anni fa la promozione in A2 con la maglia di Pescara. Questa comunque è una piazza storica ed importante, squadra all’altezza, allettante per tutta una serie di fattori essere qui”.
Coach Federico Barsotti lo ha fortemente voluto ed è stato sicuramente determinante per la firma dell’esterno di origini calabresi che evidentemente ha voluto proseguire il lavoro con l’allenatore degli ultimi due anni a San Miniato: “Un peso importante lo ha avuto, ma non per aspetti tecnici. E’ il livello umano che ha contraddistinto la nostra esperienza precedente. Non è tanto il sistema di gioco, la filosofia di Barsotti è piuttosto rivoluzionaria ma quello che ritengo fondamentale è come vive il gruppo, senza logiche di protezione ma dodici elementi che devono dare il massimo, nel più totale rispetto, dicendosi le cose in faccia, con un obiettivo comune ambizioso e questo è funzionale ad alzare il livello”.
Non nasconde le proprie ambizioni ma precisa Gianluca: “Non mi misuro nei risultati, vedo margini di miglioramento incredibile, questi ragazzi amano la pallacanestro e vogliono allenarsi. L’obiettivo è solo quello di dare il massimo, il 100%, poi per vincere servono tante componenti”.
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