Quando mi è stato chiesto di riproporre un testo come quello che scrissi ad Ottobre, ho pensato immediatamente a ciò che mi è uscito dalla bocca al suono della sirena la sera dell’11 giugno. In quel “non ci stanno parole” in pura forma dialettale misto ad un incontrollabile sfogo emotivo, alla fine, è racchiusa l’essenza di 10 mesi di durissimo lavoro a cui io ed i miei compagni, lo staff tecnico, lo staff dirigenziale e i nostri collaboratori ci siamo sottoposti quotidianamente, ognuno nelle sue mansioni e possibilità. 10 mesi intensi, che indicano metaforicamente un arco di tempo ben più ampio rispetto a quello che effettivamente abbiamo vissuto. Ma, dicono, quando ci si diverte, il tempo passa più in fretta. E noi ci siamo divertiti insieme: a durar fatica, a crescere, ad aiutarci, a sopportarci e supportarci. Come nelle migliori famiglie.
Famiglia. Un termine spesso abusato nel mondo dello sport per indicarne i gruppi, ma mai concetto è più azzeccato per quello che io provo se penso ad Herons Basket, in ogni sua componente. Famiglia. Fatta di persone vere, di cuore, leali, dure quando serve ma le prime a gioire per te e con te, “volando” sempre tutti nella stessa direzione. Una famiglia gigante, in cui tutti devono sentirsi parte integrante, perché ogni tassello si è incastrato perfettamente nel punto giusto al momento giusto. Una famiglia che ha appassionato tanta gente e che ha stregato anche le nostre, di famiglie, le quali ci hanno seguito ovunque per tutto l’anno, unendosi ai sacrifici di ognuno ed emozionandosi con noi.
Questo è il concetto che probabilmente rimane più caro, di questa annata. L’emozione. Quella forte, vera ed appassionante che abbiamo provato più volte nel corso di questo lungo campionato, coronato con un risultato straordinario, ed esplosa letteralmente al suono dell’ultima sirena stagionale, come l’eruzione di un vulcano. Implacabile.
Mi sono divertito ad associare, in questi giorni, il fatto che le spalle di David fossero il punto più alto della montagna più ripida da scalare. Ed io e King, a turno, per conto di tutti, seduti comodi ad ammirare il panorama sottostante con gli occhi di un bambino meravigliato. La vista era mozzafiato. I miei occhi sorridono ancora se collego questa immagine con la frase dello scrittore J.B. Jackson, che recita “il paesaggio è storia resa visibile”.
Abbiamo contribuito a scrivere un pezzo di storia sportiva di questo splendido territorio che merita davvero tanto, e i nostri sentimenti verranno custoditi nello scrigno delle emozioni più grandi e più vere a cui ci appelleremo per tornare ad elettrizzarci, per il resto della nostra vita.
GRAZIE, dal profondo del cuore, a chi ha osservato il nostro volo dall’inizio e a chi si è unito nel mentre, a chi si è appassionato alla nostra causa, a chi ha tifato per vere leggende e si è trovato a cantare per noi, alle nostre famiglie e a tutte le figure che hanno reso possibile tutto questo.
È facile essere il rappresentante di un gruppo di persone come questo, semplicemente meravigliose.
È stato… Bellissimo!
Marco Giancarli, capitano MTVB Herons Basket, neopromosso in B